giovedì 3 novembre 2011

DIARIO DI UN GIOVANE SPOSO - SONGINO


Quando avevo 3 anni è successo qualcosa che ha segnato la mia vita. Mi trovavo a pranzo da amici di famiglia e la signora anziana da cui eravamo ospiti mi ha servito gentilmente il dolce; si trattava di "BUNÈT" un dolce piemontese molto buono che ricorda un budino al cioccolato con degli amaretti sbriciolati al suo interno (spero che i 3 chef di MASTER CHEF non leggano questa descrizione, se no mi fanno togliere il grembiule e mi mandano in culo). Beh io ero piccolino, guardo questa porzione di bunèt e mia mamma, dopo avermi spiegato da due settimane la parola "GRAZIE" mi fa: "Come si dice alla signora?" e io: "CACCA!". Ovviamente si è creato un momento di imbarazzo che se fosse durato abbastanza e fosse stato seguito da una sgridata, oggi probabilmente sarei un ragazzo come si deve con un lavoro normale...invece mentre mia madre stava per riprendermi, mio padre dall'altra parte del tavolo scoppia in una fragorosa risata con la bocca aperta (con dentro del bunèt): "AAAAHAHAHAHA HA DETTO CACCA! HAHAHAHA!" e mi insegna subito a battere un 5 (mentre la signora è andata a piangere in cucina). Da allora ho capito che se dicevo una minchiata alcune persone avrebbero riso. Purtroppo però il mio cervello negli anni si è affezionato alle battute che hanno fatto ridere una volta e me le fa ripetere ormai da un ventennio. Così ogni volta che io e  Risiko Fuxia andavamo dal verduriere e lui indicando una particolare varietà di insalata diceva "SONGINO", mi vedeva sorridere e porgergli la mano dicendo: "Piacere, io SON JACOPO"...dopo la terza volta Carlotta mi ha lasciato a casa e ha chiamato i miei genitori per convincerli a farmi fare una TAC al cervello. Per fortuna ho scoperto che non sono il solo ad avere questo problema, anzi si tratta proprio di una sindrome. Ora mi hanno convinto che è importante rendersene conto e farsi curare. Se anche voi siete come me o avete un amico che soffre di questa malattia aderite a questa pagina creata ad hoc dall'associazione neurologi italiani: LA SINDROME DI CALA'

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